La sedia chiavarina o campanina, vanto e simbolo artigiano di Chiavari!

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Sedia di Chiavari
Sedia di Chiavari

Il legno a Chiavari non è mai mancato, come gli artigiani capaci di tirarne fuori dall’interno fantasie molto funzionali. Il boscoso entroterra appenninico ha fornito sempre eccezionale materia prima dando linfa ai “bancalari” (così sono chiamati gli artigiani che lavorano il legno) per le loro creazioni. Gli arredi lignei abbondavano ma non c’era un vero marchio di fabbrica.
Fu grazie all’intuito e all’abilità dell’artigiano Giuseppe Gaetano Descalzi, figlio di un bottaio e nipote del campanaro della chiesa di Bacezza (perciò detto il “Campanino”), a far nascere la sedia che poi è diventata il vanto e il simbolo artigiano di Chiavari. La sedia chiavarina o campanina, famosa nel mondo per eleganza e funzionalità, fu realizzata modificando le sedie che il Marchese Rivarola, governatore di Chiavari per la Repubblica, aveva portato di ritorno da un viaggio a Parigi.
Il Campanino lavorava col legno di faggio e soprattutto di ciliegio, e riuscì a creare un oggetto leggero ma allo stesso tempo robusto, ammirato anche da Canova il quale lo esaltava come “miracolo di tecnica ed eleganza”.

Rispetto al modello parigino, la sedia campanina manteneva lo schienale a crosse e la forma delle gambe ma appariva alleggerito nei particolari e più armonioso. Descalzi rese tutto più leggero grazie al ciliegio e inventò un nuovo tipo di tessitura del sedile, in modo che fosse più fine e proporzionato che quello francese. La lavorazione si affermò subito e quando il Campanino morì nel 1855, a Chiavari c’erano circa 600 operai addetti alla lavorazione delle sedie, con un utile annuale netto di 300.000 franchi.
Un uomo, un’idea, una tradizione. Questa è una delle storie tipiche e più belle dell’artigianato italiano.