
Il blog Artigianato Italiano nasce con lo scopo di dar voce ai piccoli artigiani italiani e permettere alla loro voce di uscire dalle quattro mura della bottega per raccontare al mondo la ricchezza delle nostre radici. Sono loro che, in prima persona, sono chiamati a difendere il nostro patrimonio, la nostra anima, la nostra vera natura.
Per questo motivo siamo orgogliosi di far conoscere attraverso le nostre pagine la storia di Angelo Villani, orafo di Taranto, specializzato nella fabbricazione di oggetti di gioielleria ed oreficeria da più di vent’anni. Dopo qualche mese di contatti, il nostro amico Angelo ha accolto con entusiasmo il nostro invito a svelare alcuni segreti del suo lavoro; l’occasione è arrivata grazie ad un lavoro importante che ha eseguito e deciso di documentare in esclusiva per i lettori del nostro blog. L’opera, così come merita di essere definita, trae spunto dall’arte degli antichi orafi tarantini e, oltre a contenere informazioni legate alle tecniche di lavorazione di un orafo, è arricchita con pensieri e considerazioni che lo hanno accompagnato durante il lavoro.
Angelo ci spiega, attraverso quattro fasi, la realizzazione di una chiusura per collana in stile “Ori di Taranto”. Buona lettura!
Fase 1 – Schizzi preliminari:
“La realizzazione di un oggetto non nasce quasi mai da un disegno preciso, da un progetto vero, ma più spesso da una bozza approssimativa che ci parla di una destinazione, quasi mai di un percorso; è come andare in un posto, raffigurato in una cartolina, senza esserci mai stati… Il percorso è stabilito passo dopo passo a seconda delle difficoltà o delle tecniche che ci sono più congeniali, ma a questo punto anche la destinazione potrebbe, nel bene o nel male, non essere più la stessa raffigurata…”
Fase 2 – Preparazione parti da assemblare:
“Si comincia… Preparo i disegni da sovrapporre alle lamine per ottenere, a traforo, le parti che vanno assemblate. L’uso di un programma CAD per ottenere disegni 2D mi aiuta ad essere più veloce e preciso. A traforo, taglio la lastra seguendo i contorni del disegno… Non me ne vogliano gli architetti ma, anche per creare un gioiello, costruisco archi, elevo ponteggi e contrafforti, poggio volte su pilastri, anche se su scala molto ridotta… Con del filo di diverso diametro ottengo i montanti laterali e i decori godronati che orneranno la parte superiore dell’oggetto…”
Fase 3 – Assemblaggio:
“Siamo in dirittura d’arrivo… La bontà del lavoro fatto fino ad ora nel preparare i singoli componenti mi dà sufficienti certezze sul risultato finale, che tuttavia non è affatto scontato.
Non ci sono scorciatoie, né tanto meno furbate nel lavoro artigianale – si pagano a caro prezzo; solo l’esperienza e un certo… senso del metallo ci possono aiutare a fare bene! Non tanto la prima (i lavori sono sempre diversi e quindi non c’è storia!) quanto il secondo che si ottiene dall’ottima conoscenza del comportamento dei materiali oggetto delle nostre fatiche. D’altro canto l’artigiano è sempre pronto a reinventare le procedure e personalizzare le tecniche a piacimento di modo che non esistono due artigiani che eseguano una data operazione allo stesso modo…Nel nostro esempio, ho preferito, per motivi tecnici, saldare al corpo della chiusura i quattro ventagli angolari con le pietre già incassate, quando per prassi canonica le pietre si mettono a lavoro ultimato.”
Fase 4 – Incassatura e finitura:
“Strano destino quello dell’artigiano: lavorare al meglio cercando di raggiungere un risultato ideale senza mai raggiungerlo! Le opere dei grandi maestri pesano come macigni e rendono il cammino della normalità insostenibile. Né la ricerca stilistica, né un’interpretazione il più possibile originale sono per lui un conforto, troppo preso com’è da una quotidianità che non lascia tempo per riflettere ed elaborare. Il risultato finale, fra un “se avessi fatto così” e un “ad aver avuto quell’attrezzo”, non gli strapperà più che un “soddisfacente!” e la promessa di un traguardo di là da venire…”
Ecco di seguito una sequenza di immagini relative alle quattro fasi descritte da Angelo:
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Un oggetto artigianale é unico e non riproducibile, l’originalità rappresenta il suo valore assoluto e l’artigiano, ogni qualvolta è a lavoro, attraversa un percorso filosofico personale che lo condurrà verso una destinazione sconosciuta e nuova. Questa è la lezione principale che apprendiamo dal maestro Angelo, a cui vanno i nostri ringraziamenti per il tempo che ci ha dedicato e per le informazioni che ha deciso di condividere con i lettori del nostro blog.
Trovate il nostro amico Angelo a:
Novaurea Di Angelo Villani
Via Mignogna Nicola, 6
74100 Taranto