
Parlare di artigianato vuol dire parlare di tradizioni millenarie. Ci sono poi oggetti e manifatture capaci di essere rivisti e diventare in pochissimo tempo dei must regionali a cui non si può più rinunciare. E’ il caso del Friuli Venezia Giulia e del suo scarpet (scarpez), sorta di pantofola di velluto o di tela, con una caratteristica fondamentale nella suola, anch’essa realizzata con strati sovrapposti di tela trapuntata a mano con lo spago. Si producono nelle famiglie friulane (in verità anche nelle zone dolomitiche bellunesi e prealpi trevigiane) da millenni sia nella versione invernale che in quella estiva, soprattutto nella bella stagione quando il forte caldo non permette di girare a piedi nudi o con gli infradito. Era un’attività casalinga che occupava le donne soprattutto nella stagione invernale e che serviva a fornire calzature per la famiglia. Ogni zona aveva delle varianti: una cucitura, un ricamo o una forma particolare della punta li distingueva. Negli anni ’70 poi un gruppo di artigiani della moda ha deciso di rivedere questa calzatura e riproporla in uno stile moderno con lo scopo di creare un prodotto che tenesse il piede caldo e fresco allo stesso tempo. L’effetto finale é una scarpetta alla moda molto leggera, che sa tenere il piede fresco mantenendo però una giusta temperatura. L’ artigianato italiano per fortuna è sempre in evoluzione e ogni giorno tanti maestri riescono a ideare e creare pezzi d’arte davvero unici. Anche se si tratta solo di pantofole.
Modificato il 21/03/2012 grazie al contributo di Andrea Ruffini
Modificato il 20/07/2012 grazie al contributo di Alessandra Carrara